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Si invaghì così intensamente della amadriade Euridice da tentare di farla sua poco prima che andasse in sposa a Orfeo: nell'inseguimento che seguì Euridice riuscì più volte a sfuggirgli, finché accidentalmente calpestò un serpente velenoso che la uccise con il proprio morso.
Per vendetta, le altre ninfe distrussero i suoi alveari. Cirene, sua madre, consigliò allora ad Aristeo di placarne l'ira offrendo loro dei capi di bestiame, lasciandoli sul suolo e tornando sul luogo dopo nove giorni. Così fece ed al suo ritorno trovò uno sciame d'api nelle carcasse che lo ripagò ampiamente della perdita subita.
Dopo la tragica morte del figlio Atteone, Aristeo si ritirò nell’isola di Cos su consiglio di un oracolo di Apollo. Trovò devastata dalla peste, per cui l'eroe fermò l'epidemia con un sacrificio a nome di tutti i Greci e si dedicò a farla ripopolare e a trasmettere le sue conoscenze alla popolazione.Egli stesso lasciò due figli a Cos: Charmos (Grazia) e Callicarpo (Belfrutto). Andò poi in Sardegna – passando dalla Libia – e fu il primo che la incivilì; passò poi in Sicilia, dove portò anche lì la sua conoscenza della coltivazione dell'ulivo agli abitanti. Finalmente si trasferì in Tracia, ove Dioniso lo prese a benvolere e gli trasmise molte conoscenze e lo iniziò ai riti segreti. Infine si stabilì sul monte Emo per poi scomparire senza che se ne abbia più notizia.
Aristeo venne onorato come un dio in molte località della Grecia per aver insegnato agli uomini l'apicoltura, la produzione del formaggio e la pastorizia. Particolare onore aveva in Sicilia, dov'era una delle divinità campestri, con una statua eretta a Siracusa nel tempio di Bacco.Venne talvolta assimilato al dio Pan.
Il culto di Aristeo era diffuso anche presso le popolazioni nuragiche della Sardegna, ciò lo dimostra una statuina raffigurante il dio rinvenuta a Dule, nel territorio di Oliena. È considerato il fondatore della città di Cagliari quando giunse in Sardegna dalla Beozia, come narra lo scrittore latino Gaio Giulio Solino. Aristeo introdusse in Sardegna l'arte di far il formaggio, l'olio, e il modo di allevare le api per averne il miele e la cera; riappacificò le popolazioni indigene in lotta fra di loro e fondò appunto la città di Caralis, sulla quale in seguito regnò. Secondo Sallustio e Pausania, Aristeo venne accompagnato in Sardegna da Dedalo, malgrado l'evidente anacronismo. Dedalo sarebbe l'artefice delle imponenti opere dedalee (i Nuraghe) presenti sull'isola.FONTE WIKIPEDIA